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Il segmento testuale Francesco Saverio Nitti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 593

Brano: [...]zTonarie fosse l’unica base seria per una resistenza e una lotta antifascista. L’1.6.1924, in un telegramma spedito al prefetto di Torino, il capo del governo Benito Mussolini ordinava testualmente di « vigilare » per « rendere nuovamente difficile vita questo insulso oppositore governo e fascismo ». Il 9 giugno l’abitazione di Gobetti venne perquisita, senza alcun mandato, dagli agenti di polizia che gli sequestrarono vari documenti, lettere di Francesco Saverio Nitti e di Giovanni Amendola, appunti dei viaggi compiuti a Parigi e in Sicilia, e gli ritirarono il passaporto. Il 18 giugno, una settimana dopo l’assassinio di Matteotti, Gobetti presentò e fece approvare aH’unanimità dai partiti e da vari movimenti di opposizione torinesi appositamente riuniti, un ordine del giorno nel quale, constatando l’implicita e diretta responsabilità del governo fascista nel delitto, reclamava le dimissioni di Mussolini e invitava i « deputati della minoranza — i soli eletti legittimamente dalla volontà popolare — ad autoconvocarsi e provvedere all’ordine del paese e al n[...]

[...]ontà popolare — ad autoconvocarsi e provvedere all’ordine del paese e al nuovo governo ». Tale presa di posizione sosteneva la secessione dell'Aventino (v.), ma con un’accentuazione di sinistra rispetto ai socialisti massimalisti.

La contraddizione interna alla scelta antifascista di Gobetti stava nel fatto che, pur contando sulle energie rivoluzionarie della classe operaia, egli continuava a mantenere la propria fiducia in Giovanni Amendola, Francesco Saverio Nitti, Benedetto Croce, Luigi Sturzo e Carlo Sforza, uomini senza dubbio coraggiosi e moralmente intransigenti, ma prigionieri delle illusioni costituzionali. Egli non si avvide dell’incapacità delle classi medie e dei ceti intellettuali borghesi a guidare la classe operaia in un’opera di rinnovamento, e della paura che essi avevano delle masse. Alla base del suo errore di valutazione vi era d’altra parte un’interpretazione del

Piero Gobetti

593



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 82

Brano: [...].

Assunsero la sua difesa tre personalità del mondo forense e politico belga, Paul Henri Spaak, leader socialdemocratico, De Bock e Soudan. Nel corso del dibattimento, rivendicò con altissima dignità le ragioni ideali del suo gesto, sorrette dalle deposizioni a favore che resero parecchi fra i più illustri esponenti dell’antifascismo emigrato (Filippo Turati, Gaetano Salvemini, Raffaele Rossetti, Francesco Luigi Ferrari, Marion Rosselli Cave, Francesco Saverio Nitti). Il 27 settembre la giuria popolare belga pronunciò il verdetto: cinque anni di carcere, con le più ampie attenuanti e la

possibilità della riduzione della pena a meno della metà per buona condotta.

Il processo e l’atteggiamento del giovanissimo imputato suscitarono una grande eco. Nella sua pubblica deposizione, Fernando De Rosa affermò a fronte alta: « Non credevo di uscire vivo da quella piazza di Bruxelles. Non volevo fare altre vittime innocenti. È per questo che sparai II primo colpo, solo per diradare la folla che stava intorno al principe e farmi un varco che mi consentisse di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 83

Brano: [...]ana coerenza dei suoi alleati, e si estenua in uno sforzo continuo per rappezzare il mantello multicolore delle sue idee ».

Primo dopoguerra

Al termine del conflitto mondiale De Ruggiero fu il primo, tra gli idealisti della cerchia di Croce e Gentile, a schierarsi su posizioni di rinnovamento del liberalismo e di decisa opposizione alle nuove tendenze autoritarie che porteranno al fascismo. Mentre simpatizzava per l’esperimento radicale di Francesco Saverio Nitti, collaborava alle riviste di Piero Gobetti, prima a Energie Nuove e in seguito a Rivoluzione liberale. E mentre, dei suoi maestri, Croce guardava con simpatia al nascente movimento fascista, e Gentile entrava nel primo gabinetto Mussolini come ministro della Pubblica Istruzione, preparandosi a diventare il filosofo ufficiale del regime, De Ruggiero sviluppò la critica dei « presupposti economici del liberalesimo », denunciò la mancanza di un rapporto reale tra liberalismo è masse popolari, definì « pseudoliberalismo, forcaiolo » quello della tradizione italiana, sia di Salandra che di Giovann[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 150

Brano: [...]denza del Consiglio, allora diretto da Cesare Rossi.

Per un certo fempo Dumini diresse a Firenze un periodico fascista che si intitolava La sassaiola fiorentina (stampato a Milano nella tipografia de II Popolo d'Italia) e su quel foglio scriveva articoli di cruda violenza, come quello intitolato: Il diritto di uccidere. Si afferma anche che a Roma, nel 1923, avesse partecipato alla devastazione del villino dell’ex presidente del consiglio on. Francesco Saverio Nitti, nonché alle aggressioni dei deputati fascisti dissidenti Misuri e Forni, e più tardi a quella contro Giovanni Amendola (v.).

Nel 1923, conversando con Amedeo Giurin, ex vicepresidente della deputazione di Milano che lo consigliava di astenersi dalla sua criminale attività, il Duminf ammise: « Ho sulla coscienza undici o dodici omicidi per mandato; sono vincolato e in pieno potere di coloro per i quali ho agito ». Tale dichiarazione, fatta in presenza anche del deputato fascista Lanfranconi, venne riferita dal Giurin a un deputato socialista e poi data alla stampa.

Il delitto Matteotti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 145

Brano: [...] Si resiste sulla linea del Piave.

1918

Estate: offensiva italiana sulla linea PiaveGrappaAltipiano di Asiago, ottobre: il Comando austriaco chiede l’armistizio.

4.11: armistizio.

1919

Si estendono gli scioperi e le agitazioni di operai e contadini nella pesante situazione economica del dopoguerra.

19.3: a Milano, prima manifestazione fascista in piazza San Sepolcro. Vengono fondati i Fasci di combattimento.

23.6: governo di Francesco Saverio Nitti (23.6.191921.5.1920).

12.9: Gabriele D’Annunzio occupa Fiume.

1920

21.5: secondo «governo Nitti (21.5

15.6.1920)

15.6: quinto governo Giolitti (15.6.

19204.7.1921).

1921

4.7: governo di Ivanoe Bonomi (4.7.

192126.2.1922).

1922

26.2: governo di Luigi Facta (26.2

1.8.1922).

1.8: secondo governo Facta (1.831.

10.1922).

28.10: i fascisti marciano su Roma.

31.10: governo di Benito Mussolini. La dittatura fascista durerà 20 anni e 9 mesi, fino al 25.7.1943.

Per la cronologia dal 1919 al 1943 si veda la voce Fascismo.

Bibliografia essenziale: olt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 773

Brano: [...]rto Bergamini, dal generale Roberto Bencivenga e da Tullio Benedetti. Il 13.4.1946 il Blocco fu presentato pubblicamente. Sulla sponda liberale, con l’apporto dei demolaburisti, il 2.4.1946 vi era però stata la fondazione della Unione democratica nazionale, schieramento che a sua volta si apprestava ad affrontare la consultazione politica del 2 giugno per la Costituente e per il referendum, mettendo in cima alle proprie liste i nomi di B. Croce, Francesco Saverio Nitti, V. E. Orlando, I. Bonomi, richiami di grande effetto per i patiti della monarchia. Dalle elezioni politiche del 2 giugno, il Blocco riportò così soltanto 636.493 voti, ottenendo 16 seggi alla Costituente; contro 1.559.417 voti e 41 seggi toccati all’Unione democratica nazionale e 1.209.918 voti andati all'Uomo Qualunque (30 seggi). Sommando i suffragi ottenuti dall’U.D.N. e dall’U.Q. (cioè dalle due compagini su cui i consensi monarchici dovevano essere affluiti in gran copia) a quelli democristiani andati a favore della monarchia, se ne deduceva la debole incidenza del

Blocco sull’eletto[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 15

Brano: [...]po si aggravava la situazione economica, con una crescente disoccupazione che colpiva soprattutto i metallurgici, i marittimi e i lavoratori non qualificati. Ne derivarono agitazioni e lotte operaie spesso disperate, protrattesi fino all’estate del 1922. Allo sciopero politico del 1 agosto, pro

clamato dall’Alleanza del Lavoro (v.), non aderirono d'altra parte tranvieri, ferrovieri e postelegrafonici.

I fascisti assaltarono l’abitazione di Francesco Saverio Nitti, impedirono al nittiano Visco di tenere un comizio a Giugliano e I’11 luglio occuparono il municipio di Torre Annunziata.

Nondimeno i liberali sostenevano che bisognava essere « fiduciosi » perché, una volta al potere, il fascismo avrebbe dovuto scendere a patti e cambiare metodo. Essi si dichiaravano convinti che il Mezzogiorno, così come aveva conosciuto il bolscevismo, non avrebbe lasciato passare il fascismo. Tale opinione fu espressa anche da Giovanni Amendola, in un discorso tenuto a Sala Consilina, in provincia di Salerno, nell’ottobre 1922. Pochi giorni dopo, la sede de « Il Mondo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 64

Brano: [...] da giovane al socialismo, nell’orbita di Raffaello Pignatari ed Ettore Ciccotti, figure di spicco della sezione del P.S.I., fondata a Potenza nel 1902. Nel 1909 divenne sindaco di Viggiano e nel 1910 consigliere provinciale di Po

tenza, promotore del movimento cooperativo che, nel 1922, giungerà a raggruppare nella regione 105 cooperative con circa 20.000 soci. Negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale divenne un acceso seguace di Francesco Saverio Nitti. Interventista convinto, attivissimo nella mobilitazione civile negli anni del conflitto, nel 1921 ruppe con la cerchia dominata da Ciccotti (passato a posizioni di trasformismo personalistico) e fu espulso dalla Sezione socialista di Potenza per il suo rifiuto ad appoggiare la candidatura del Ciccotti nella lista formata dal nazionalista D’Alessio.

La scelta dell’avvocato di Viggiano era però anch’essa carica di motivi concorrenziali in chiave personale, confondendosi nel gioco degli elettoralismi ammantati di radicalismo che connotavano non marginalmente un certo personale politico merid[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 252

Brano: [...]orniti dal Comando dell’Autoparco di Palmanova. Lungo il percorso nessun ostacolo venne frapposto all'autocolonna e, quando questa giunse alla linea di confine, i comandanti del presidio italiano che avrebbero avuto il preciso compito di difendere da illecite intrusioni il territorio fiumano internazionalizzato, lasciarono libero il passo al “comandantepoeta”, limitandosi a segnalare a Roma l’avvenuto colpo di mano.

Da parte sua il governo di Francesco Saverio Nitti (v.), pur condannando formalmente la provocatoria impresa, pensò di poterne trarre vantaggi politici e sul piano diplomatico. Nitti finse quindi di essere stato informato dell’iniziativa soltanto a cose fatte e rimise ogni decisione all’autorità militare della Venezia Giulia, allora impersonata dal generale Pietro Badoglio (v.). Analogamente si comporteranno il successivo governo di Giovanni Giolitti e il generale Enrico Caviglia (v.), subentrato a Badoglio quando quest'ultimo (nominato capo di stato maggiore) sarà chiamato a Roma (novembre 1919).

Badoglio infatti non fece nulla per impedi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 289

Brano: [...] in coerenza con le proprie idee volle arruolarsi volontario e si guadagnò una medaglia d’argento al valor militare per il suo comportamento in combattimento sul Carso.

Uomo di governo

Al termine del conflitto, entrato nella vita politica come personalità di primo piano dell’area liberalradicale, fece parte del gabinetto presieduto nel 1919 da Vittorio Emanuele Orlando con l’incarico di sottosegretario al Lavoro. Nel 1920, nel gabinetto di Francesco Saverio Nitti, ebbe il posto di ministro delle Colonie. Fu il promotore deWlstituto Nazionale degli impiegati di Stato (/.A/.C./.S.), di cui divenne poi pre

Meuccio Ruini

289


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Francesco Saverio Nitti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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